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Vaccinazioni
Il cucciolo nelle prime settimane di vita gode di una protezione anticorpale data dal colostro (latte materno). Verso i 50 giorni di vita questa protezione naturale scompare e qui entrano in gioco i vaccini.
Il vaccino è una sostanza che stimola il sistema immunitario nei confronti di una determinata malattia.
Le malattie per cui si vaccinano i cuccioli di cane sono: la Parvovirosi (Gastroenterite infettiva), l’Epatite infettiva, il Cimurro, la Leptospirosi, la Parainfluenza canina e quando necessario il vaccino della Rabbia.
Nei gattini, anche in quelli che vivono solamente in casa, le malattie per le quali si vaccina sono: la Panleucopenia infettiva, il Calicivirus e la Rinotracheite infettiva.
Importanza del microchip
Il microchip è un obbligo di legge e non una scelta del proprietario.
La legge prevede che tutti i cani siano microchippati entro e non oltre i 60 giorni di vita. Non si possono cedere cani (sia da privati che da allevamenti) sprovvisti di tale microchip.
Il microchip è una minuscola capsula con un codice identificativo di 15 cifre (leggibile da un apposito lettore in dotazione presso ogni veterinario) e corrispondete ad un determinato proprietario (nome, cognome e residenza inseriti nella Banca dati dell’Anagrafe Canina Regionale).
L’inserimento è semplice ed indolore, prevede una piccola iniezione sotto pelle senza alcun rischio di infezione o rigetto, che può essere effettutata solamente da un medico veterinario abilitato.
Grazie alla presenza del microchip si possono ritrovare i proprietari di cani smarriti, si può limitare il fenomeno dell’abbandono, combattere i furti ed i rapimenti ed infine è essenziale per far viaggiare i nostri cani all’estero e per vaccinarli contro la Rabbia.
Combattere i parassiti
I parassiti sono piccoli organismi che utilizzano il corpo del loro ospite per nutrirsi e riprodursi.
Per prima cosa dobbiamo distinguere i parassiti esterni da quelli interni al corpo.
Tra i parassiti esterni (Ectoparassiti) ricordiamo i più pericolosi per i nostri animali:
– pulci: sono piccoli insetti che si nutrono del sangue del loro ospite. Possono trasmettersi da un ospite all’altro saltando da corpo a corpo, fino ad infestare anche l’ambiente in cui vive l’animale. E’ sufficiente anche solo il morso di una pulce per creare un’infestazione vera e propria (una sola pulce può deporre migliaia di uova) e la conseguente dermatite pruriginosa. Inoltre le pulci possono trasmettere indirettamente varie patologie e parassiti intestinali (tenia).
– zecche: sono parassiti che pian piano che succhiano il sangue del loro ospite si gonfiano rendendosi anche particolarmente visibili. Durante il pasto di sangue possono trasmettere alcune malattie infettive pericolose per il nostro cane come Ehrlichia, Rickettsia, Babesia, Malattia di Lyme. Importante è riconoscerle e non strapparle rischiando di lasciare incastrato il rostro nella cute del nostro animale o di romperle liberando uova e/o sangue potenzialmente infetto.
– flebotomi: sono insetti simili alle zanzare che trasmettono la Leishmaniosi. Ormai diffusa in tutta L’Italia è una malattia del cane non curabile, a volte mortale. Per questo la cosa fondamentale è la prevenzione ed il controllo periodico dell’animale.
– acari: sono parassiti che vivono sulla cute dei nostri animali e che causano le così dette “rogne”; si trasmettono per contatto tra animale infetto ed animale sano, o con oggetti che sono venuti a contatto con il parassita. Esistono diversi tipi di acari che creano diversi tipi di dermati.
Per prevenire e combattere tali parassiti esistono ormai in commercio tantissimi prodotti antiparassitari. La cosa fondamentale è usarli bene, con coscienza e con la giusta frequenza.
I parassiti interni, chiamati anche endoparassiti, sono piccoli organismi (principalmente vermi e protozoi) che vivono all’interno del corpo dell’animale, generalmente nell’intestino ma anche nel cuore, nei polmoni.
In linea generale i parassiti intestinali dei nostri amici si dividono in:
– Protozoi, organismi unicellulari, formati cioè da una sola cellula e pertanto microscopici. Fanno parte di questa categoria i coccidi, la giardia, il toxoplasma gondii;
– Nematodi, comunemente detti vermi tondi;
– Cestodi, comunemente detti vermi piatti;
Prima di sottoporre il cane ad un qualsiasi trattamento è quindi fondamentale sapere da quale verme l’animale è stato infestato così da poter effettuare una terapia mirata. A tal proposito sarà utile eseguire un esame coprologico. Dopo la diagnosi è importante stabilire un calendario di sverminazione.
Altri importanti endoparassiti che possono interessare i nostri animali sono la Filaria e la Leishmania.
Alimentazione
Bisogna per prima cosa distinguere i cani ed i gatti dall’uomo, sia per la digestione che per i fabbisogni. Non possiamo paragonare la loro alimentazione alla nostra.
Inoltre ci sono grandi differenze anche tra di essi: il cane è ormai diventato un “onnivoro”, mentre il gatto è un “carnivoro stretto”. Hanno quindi necessità diverse e la loro alimentazione sarà per forza di cose differente.
Sapendo questo il dilemma sempre più frequente è se alimentare i nostri animali con mangimi industriali o con una dieta casalinga.
I mangimi sono un’ottima scelta ma bisogna saper scegliere il tipo (imparare a discriminare le varie tipologie) e la quantità giornaliera da somministrare. Il veterinario può aiutare in questa decisione in base anche alle caratteristiche e all’indole dell’animale.
La dieta casalinga è un’ottima alternativa ma non facile da formulare. Dobbiamo evitare carenze o eccessi alimetari. Per essere ben equilibrata bisogna calcolare, in base alla razza, all’età, al peso, all’attitudine dell’animale, il giusto fabbisogno di proteine, di fibra, di vitamine, di carboidrati..ecc..
Per esempio il gatto ha bisogno della Taurina, un amminoacido essenziale presente solo nella carne che il felino non riesce a sintetizzare da solo, e dell’arginina, un altro amminoacido presente negli alimenti di origine proteica. Carenze possono causare diversi problemi: cecità, disturbi digestivi, disturbi al sistema nervoso centrale, spasmi muscolari, vomito, atassia.
Ci sono poi una serie di cibi che andrebbero assolutamente evitati, come ossa e lische di pesce che possono incastrarsi in bocca o in un qualsiasi tratto digerente creando problemi anche gravi; carne bianca cruda a rischio Salmonellosi; dolci e frutta troppo zuccherina per evitare problemi di obesità e malattie quali diabete mellito.
Mentre bisogna non dimenticare di lasciare sempre l’acqua a disposizione, in quanto è un elemento fondamentale per una corretta funzionalità dell’organismo.
Malattie infettive del gatto FIV/FELV
Quando si parla di gatti ci sono alcune malattie che bisogna conoscere (oltre quelle per le quali si vaccina regolarmente).
Gli animali più colpiti sono di solito i randagi o comunque quelli abituati a vivere all’aperto, perché hanno più probabilità di entrare in contatto con altri gatti o frequentare aree comuni dove contrarre i virus.
FIV – IMMUNODEFICIENZA FELINA
Sindrome da immunodeficienza virale o FIV (Feline Immunodeficiency Virus) è un virus (Lentivirus) che colpisce il sistema immunitario del gatto compromettendone l’efficiente funzionamento e rendendo quindi il gatto più suscettibile a infezioni secondarie.
Il FIV è un virus che colpisce solo il gatto e che non contagia né gli esseri umani né gli altri animali, purché non siano felini.
Il virus si trasmette direttamente dai gatti infetti a quelli sani per contatto diretto tramite principalmente morsi, saliva ed altri fluidi organici (accoppiamento).
I gatti affetti da FIV possono vivere una vita lunga e relativamente normale, senza mostrare alcun sintomo dimalattia. Mostrano però, nel corso della vita, una maggiore suscettibilità alle infezioni che necessitano solitamente di terapie più lunghe rispetto a quanto non avvenga in gatti FIV negativi .
Ad oggi non esiste ancora una cura per la FIV, ma è determinante sapere se il nostro gatto è sieropositivo, perché i controlli e le vaccinazioni periodiche, una buona igiene e una corretta nutrizione possono migliorare ed allungare la sua vita.
FELV – VIRUS DELLA LEUCEMIA FELINA
La leucemia felina è una malattia contagiosa, molto diffusa tra i gatti ed è considerata una delle patologie infettive più importanti dei felidi domestici, essendo una delle principali cause di morte, in particolare laddove esistano condizioni di convivenza di più soggetti.
Il virus della FeLV (Retrovirus) è trasmesso dal gatto infetto tramite saliva, secrezioni o sangue e questo può avvenire anche nelle fasi iniziali dell’infezione, quando il gatto non manifesta ancora alcun sintomo. Una gatta, se è infetta, può trasmettere l’infezione ai gattini durante la gravidanza. La malattia si può verificare in gatti di qualsiasi età, ma principalmente colpisce i gatti giovani.
I segni e sintomi d’infezione da virus della leucemia felina sono alquanto vari e comprendono anoressia, cattivo stato del mantello, infezioni della pelle, della vescica e del tratto respiratorio, malattia orale (gengivite e stomatite), convulsioni, linfoadenopatia, lesioni della pelle, affaticamento, febbre, perdita di peso, alterazioni delle cellule del sangue, malattie batteriche e virali ricorrenti.
Purtroppo non esiste ancora una cura per la FeLV, ma attraverso un’alimentazione sana e controllata e visite veterinarie periodiche anche un gatto ammalato può vivere meglio.
L’unica prevenzione possibile nei confronti della Leucemia felina è la vaccinazione.
FIP – PERITONITE INFETTIVA FELINA
La FIP è una malattia di origine virale, causata da un Coronavirus.
È altamente infettiva tra gatti e non contagiosa per l’uomo e altri animali domestici. Nonostante l’elevata frequenza dell’infezione da Coronavirus nel gatto, solo alcuni soggetti manifestano poi i sintomi della malattia.
La trasmissione avviene attraverso le escrezioni orali-fecali. Il contatto stretto è un fattore determinante per la trasmissione del virus poiché non è particolarmente resistente nell’ambiente. Lavare e disinfettare accuratamente e frequentemente gli ambienti in cui vivono più soggetti (allevamenti, ricoveri) aiuta ad inattivare il virus.
Il virus della FIP può colpire gatti di tutte le età, ma le manifestazioni cliniche compaiono principalmente in animali che hanno una età compresa tra i 5 mesi ed i 2 anni ed in gatti di pura razza.
Clinicamente, la FIP si può presentare in due forme. Una “effusiva” caratterizzata da una peritonite fibrinosa e/o pleurite, con accumulo di liquido in peritoneo e/o nella pleura, la seconda “non-effusiva” o “secca” o “forma granulomatosa”. Questa seconda forma è caratterizzata dalla formazione di granulomi o piogranulomi nei visceri, occhi o sistema nervoso centrale (SNC).
Il gatto affetto da FIP si presenta inizialmente con anoressia, apatia, perdita di peso e febbre ricorrente. Il segno clinico più frequentemente osservato dal proprietario di un paziente con FIP effusiva è la progressiva distensione dell’addome o dispnea accentuata, indicativa di una effusione pleurica. In caso di forma secca i primi segni descritti possono rimanere l’unica manifestazione clinica della malattia.
Sterilizzazione
Con il termine di sterilizzazione si intende la soppressione della normale capacità di riprodursi. Bisogna distinguere tra sterilizzazione chirurgica e terapeutica.
La sterilizzazione chirurgica è un trattamento definitivo che consiste, nel maschio, nell’asportazione dei testicoli ( orchiectomia), nella femmina, nell’asportazione delle sole ovaie (ovariectomia) oppure nella contemporanea asportazione di ovaie e utero (ovarioisterectomia).
Le ragioni per sterilizzare un animale sono principalmente sanitarie.
Nella femmina la sterilizzazione previene patologie a carico dell’apparato riproduttore quali cisti ovariche, metriti, piometra (infezione dell’utero) e tumori come il carcinoma mammario. Inoltre evita anche alcuni incovenienti come la gravidanza psicologica (o “isterica”). Nel maschio si prevegono patologie prostatiche e tumori testicolari e si evita la marcatura del territorio (nei gatti maschi).
Non meno importante è la prevenzione di malattie veneree trasmissibili con l’accoppiamento (FIV,FeLV, FIP nei gatti), le gravidanze indesiderate, limitando anche il fenomeno del randagismo e dell’abbandono.
Nella sterilizzazione farmaceutica, invece, si somministrano sostanze ormonali che impediscono la procreazione momentanea, non definitiva. Questo tipo di trattamento non è in genere consigliato visti i molti effetti collaterali che si possono avere.
Animali in viaggio
Ormai i nostri amici animali sono accettati in molte strutture turistiche. Viaggiare con loro è sempre più facile, basta informarsi per tempo circa i regolamenti che le varie compagnie, (aeree, marittime e ferroviarie), adottano per il trasporto.
I documenti necessari variano in base alla destinazione:
IN ITALIA: accertarsi di essere in regola con le vaccinazioni controllando con il veterinario di fiducia il libretto delle vaccinazioni ( che non ha valore legale ma è solo un promemoria della storia clinica dell’animale), proteggere il vostro amico dai parassiti (interni ed esterni) ed avere con se l’iscrizione all’anagrafe canina (cioè l’idenficazione mediante microchip).
IN EUROPA: oltre alle normali vaccinazioni, al microchip ed alla prevenzione sia da parassiti interni che esterni, c’è l’obbligo di munirsi del Certificato di buona salute (rilasciato dal veterinario massimo 5 giorni prima della partenza) e del Passaporto Europeo. Tale documento è rilasciato dal servizio veterinario della propria ASL di competenza solamente dopo aver effettuato la vaccinazione Antirabbica dal proprio veterinario.
Il passaporto può essere richiesto dopo 21 giorni dall’effettuazione della vaccinazione antirabbica.
Per la Gran Bretagna, l’Irlanda, la Svezia, la Norvegia e Malta, oltre ad essere in possesso del Passaporto europeo ed essere identificati tramite un microchip, i nostri animali dovranno essere sottoposti ad un test di verifica degli anticorpi per il virus della rabbia (titolazione anticorpale).
Non è altro che un esame del sangue eseguito dopo 21 giorni dalla vaccinazione, che non deve essere ripetuto per gli animali che sono regolarmente rivaccinati senza interruzione secondo il protocollo vaccinale.
Inoltre nel Passaporto devono essere attestati dal veterinario i trattamenti effettuati prima dello spostamento nei confronti delle zecche e dell’Echinococco.
L’elenco dei paesi richiedenti questi requisiti può variare. Si consiglia sempre di consultare prima le singole Autorità Consolari.
EXTRA-UNIONE EUROPEA: in questo caso si consiglia di contattare l’Ambasciata del Paese terzo (paese non facente parte dell’Unione Europea) in Italia, o direttamente le autorità del Paese di destinazione, per ricevere informazioni precise sulla documentazione necessaria.
È utile ricordare che in alcuni Paesi terzi ci sono leggi molto severe che prevedono, ad esempio, che il cane venga messo in quarantena in una struttura sanitaria e quindi separato dal proprio padrone anche per lunghi periodi.
Detartrasi
Per “detartrasi” si intende la pulizia dei denti accurata e professionale.
E’ molto importante non sottovalutare l’igiene orale dei nostri animali.
Con il termine “malattie paradontali” si intende un numero di lesioni infiammatorie causate dalla placca e dal tartaro che colpiscono il cavo orale.
L’accumulo continuo di placca porta a gengivite.
Lo scopo della prevenzione ed il trattamento delle malattie parodontali è quello di mantenere le gengive sane per prevenire la parodontite.
La detartrasi, fatta in anestesia generale, mira infatti a rimuovere i depositi dentali al di sopra e al di sotto del margine gengivale, all’estrazione dei denti irrecuperabili ed alla lucidatura della corona dentale.
Non bisogna trascurare, infine, una delle conseguenze più subdole del tartaro: la proliferazione batterica. Questa può esitare nella diffusione dell’infezione, mediante la circolazione sanguigna, ad altri distretti dell’organismo, che possono venire così coinvolti da processi patologici che non vanno assolutamente sottovalutati.
La corretta pulizia dei denti non può essere effettuata senza l’anestesia generale: non si può chiedere al nostro animale di stare fermo con la bocca aperta, pulire o estrarre un dente può essere doloroso e spesso l’animale con dolore e fastidio non si fa avvicinare.
Riconoscere i sintomi non è sempre facile. Di solito ciò che notano i proprietari è un alito cattivo, gengive arrossate e, non sempre, una difficoltà nel mangiare.
La prevenzione, quindi, è di fondamentale importanza per non arrivare a situazioni drastiche.
Per aiutare la bocca dei nostri animali bisogna dedicare tempo alla loro igiene orale con l’utilizzo di spazzolini, dentifrici e paste enzimatiche specifiche usate con regolarità e quando l’animale lo permette. Infine per ultima cosa, ma non meno rilevante, bisogna far assumere una dieta adeguata.
Ovviamente la frequenza della detartrasi dipenderà anche dalla predisposizione del singolo soggetto all’accumulo di placca e tartaro.
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